mal di schiena: Storia di una valutazione clinica

Per farti capire la potenza e l’importanza di una corretta e approfondita valutazione clinica ti voglio raccontare la storia di Maria.

Maria (nome inventato), 45 anni, arriva da me tramite un’amicizia in comune che le ha consigliato di rivolgersi a uno specialista in fisioterapia a Torino per il suo mal di schiena, all’altezza delle scapole, che non le lascia tregua da un mese, insorto senza trauma apparente.

Mal di schiena: come è iniziato

Il tutto è iniziato dopo un movimento torsionale a lavoro. Movimento che però Maria pratica tutti i giorni lavorando come collaboratrice domestica presso diverse abitazioni.

Maria mi racconta di come sia diventato difficile lavorare serenamente e di come col passare del tempo siano comparsi anche altri dolori a livello della lombare bassa con irradiazione all’arto inferiore sinistro. Andiamo quindi a completare una mappa come di seguito al fine di capire meglio la localizzazione, l’espansione e il suo mal di schiena.

mal di schiena valutazione clinica

Le chiedo quindi, al fine di farmi un idea completa del caso, se sono presenti dei movimenti provocativi e dei movimenti allevianti: i movimenti di tronco son tutti provocativi del dolore e non ci sono movimenti allevianti. Nella pratica quotidiana il paziente che si presenta a me con problematiche muscoloscheletriche minori riporta sempre la presenza di movimenti che alleviano il dolore, questa non presenza nel caso illustratomi da Maria comincia ad accendere alcune lampadine.

Indagine sui sintomi clinici del mal di schiena

Decido quindi di indagare la presenza delle cosiddette red flags, bandiere rosse, ossia sintomi clinici per i quali non è indicato il trattamento fisioterapico/osteopatico, ma è opportuno riferire il paziente a specialista o pronto soccorso.

Indagando scopriamo così che il dolore è anche notturno, la sveglia, e che a volte c’è una alterazione della sensibilità a livello toracico.

Dal colloquio è tempo quindi di passare alla valutazione clinica, ossia l’esame obiettivo “visita”.

Durante questa fase effettuo test articolari, test di forza, test neurologici e test di movimento passivo, ossia eseguito da me, e attivo, ossia che chiedo al paziente di eseguire.
Tutto questo concorre a rendermi chiara la condizione del paziente e mi aiuta a trovare una corrispondenza fra i sintomi lamentati, le informazioni raccolte in fase di anamnesi e quelle scaturite dall’esame fisico.

L'esito

Ecco quindi l’importanza di una valutazione fatta in maniera completa: si configura come azione preventiva e di indirizzamento del paziente verso il trattamento più adatto. Ho provveduto quindi a rilasciare a Maria un report per il suo medico di base e il pronto soccorso, nel quale, dopo essersi recata il giorno dopo, le hanno diagnosticato un cedimento vertebrale.

Questa casistica esposta è rara, fortunatamente, ma un lavoro attento di valutazione e anamnesi è funzionale alla seduta stessa sia in termini di efficacia terapeutica che in termini di onestà verso il paziente che si presenta col proprio bagaglio di sintomi e problemi.
La prima regola è “primum non nocere” ed è proprio così che noi Professionisti dobbiamo comportarci.

Soffri di mal di schiena? Prenota la tua prima visita di valutazione. Il nostro centro si occupa di riabilitazione funzionale, biomeccanica sportiva e fisioterapia a Torino. 

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